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Cos’è l’olio di palma? E soprattutto, fa davvero male?

Se siete capitati su questo articolo è perché anche voi, come molti altri consumatori, siete stati messi in guardia sull’olio di palma e sulla sua “dannosità”, ma ancora non avete le idee del tutto chiare.

 

Cos’è l’olio di palma?

In primo luogo, quindi, andiamo a definire con chiarezza cos’è l’olio di palma. Si tratta di un olio vegetale saturo

, ricavato dalle palme da olio. Recentemente alla ribalta della cronaca, è comunemente utilizzato come grasso di cottura in tutta la fascia tropicale dell'Africa, del Sud-Est asiatico e in buona parte del Brasile, mentre il suo utilizzo su larga scala inizia nel XX secolo come alternativa ad olii più costosi utilizzati fino a quel momento e all’inasprimento delle normative emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’utilizzo dei grassi idrogenati (quindi per evitare l’utilizzo di prodotti sicuramente più dannosi).

 

Perché è “dannoso” per l’organismo?

L’olio di palma (sebbene di origine vegetale) contiene grassi saturi, tipicamente presenti nei prodotti di origine animale, ecco perché “fa male”, ma facciamo chiarezza.

 

Quanto fa male l’olio di palma? Non più di molti altri alimenti di uso comune.

I grassi saturi, infatti, non sono presenti solo nell’olio di palma ma anche e prevalentemente in prodotti di origine animale, come formaggi, salumi, carne e burro e che, diversamente dall’olio di palma, contengono anche colesterolo.

Il C.R.A. (Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) raccomanda di non consumare più del 10% al giorno di grassi saturi, non di eliminane l’assimilazione, ed anche il World Cancer Research Fund ha chiarito che l’unico legame che c’è tra olio di palma e tumori è dovuto all’obesità causata dall’eccesso di grassi saturi.

Anche il procedimento che porta alla sua estrazione e lavorazione non è dissimile da quello utilizzato per altri tipi di olii (ad eccezione dell’olio di oliva vergine).

Inoltre, sebbene sia dotato di alcuni acidi che aumentano il rischio cardiovascolare, resta comunque  preferibile rispetto ai grassi vegetali ricchi di acidi grassi trans.

Marco Silano, direttore del reparto Alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto Superiore di Sanità, in un’intervista rilasciata a Donna Moderna dichiara: “Non è corretto dire che faccia male. Come per qualsiasi alimento, dipende da quanto se ne assume. […] I grassi saturi, presenti nell’olio di palma, sono anche in uova, carni, latte e formaggi. Abusare di questi cibi e poi evitare la merendina con olio di palma non ha senso. […] Gli adulti oggi ne assumono il 20% in più e i bambini fino al 40%. Il singolo ingrediente non va demonizzato, ma, come tutti quelli ricchi di grassi, usato con moderazione all’interno di una dieta equilibrata e di uno stile di vita sano”.

 

È un prodotto cancerogeno?

Tumori e Olio di palma non sono correlati, non vi sono prove scientifiche che lo provino. Vi sono sì alcune ricerche riguardanti la maggiore propensione di soggetti affetti da obesità ad alcuni tipi di cancro, ma ricordiamo che l’obesità è dovuta all’eccesso di grassi saturi, indipendentemente dalla loro origine.

Sotto richiesta della Commissione europea, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha avuto il compito di condurre negli ultimi anni un’ampia analisi dei dati disponibili su questi composti, con l’obiettivo di comprenderne più a fondo la tossicità ed altre caratteristiche di tutte le fonti vegetali. L’esito ha visto la presenza (peraltro già nota) di alcuni derivati del glicerolo in tutti gli olii vegetali, pertanto anche in quelli di cocco, arachidi, colza, mais e girasole. Come anticipato, i rischi per la salute non sono assoluti, ma derivanti dall’eccesso nel consumo di tali prodotti.

 

Perché se non fa male è in atto un boicottaggio dell’olio di palma?

Molto probabilmente, alla base delle aspre critiche all’olio di palma sotto l’aspetto nutrizionale vi è in realtà un problema ben differente, riguardante invece il suo forte impatto ambientale.

Secondo la Coldiretti l’importazione è aumentata del 19% negli ultimi anni. Malesia e Indonesia sono i più grandi produttori di olio di palma al mondo con circa l’86% della produzione totale, assicurando lavoro e sussistenza economica a milioni di persone.

Per raggiungere questi risultati, è stata tuttavia attuata un’intensificazione ed ampliamento della coltivazione delle palme, un massiccio abbattimento delle foreste tropicali (tra il 2000 ed il 2012 l'Indonesia ha visto scomparire 6,02 milioni di ettari di foresta tropicale, un'area grande quanto l'Irlanda), la riduzione della biodiversità oltre che conseguenze sull’assetto idrogeologico e sull’emanazione di gas serra.

Per ovviare a queste problematiche, il governo malese ha manifestato il suo impegno al mantenimento di almeno il 50% dell’area forestale nazionale, riducendo l’espansione delle piantagioni.

Come per le implicazioni nutrizionali, anche per il discorso ambientale è opportuno considerare l’argomento sotto più prospettive.

La coltivazione dell’olio di palma, come anticipato, garantisce lavoro a milioni di persone, la stessa FAO (L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) ha sviluppato in Kenya ibridi di palma in grado di migliorare reddito e alimentazione dei lavoratori locali.

Anche sotto questo aspetto, emergono problematiche di carattere etiche dovute all’espropriazione dei terreni coltivabili oltre che a condizioni di lavoro in violazioni dei diritti umani e di sicurezza.  

La sostituzione di questo prodotto con altri tipi di coltivazioni, come proposto da molti, non pare una soluzione realizzabile, né vantaggiosa!

La produttività delle palme da olio è infatti maggiore se paragonata alle alternative, pertanto per mantenere inalterato il volume produttivo sarebbe richiesta un’area ancora maggiore di terreno, con aumenti anche in merito all’utilizzo di acqua, di fertilizzanti e di pesticidi.

La soluzione più realizzabile sembra quella di rendere sostenibile la coltivazione dell’olio di palma e di attribuirvi apposite certificazioni, soluzione che manterrebbe inalterato l’ecosistema dei Paesi produttori.

Questa politica è appoggiata anche da WWF Italia che invita i consumatori a non boicottare l’olio del frutto di palma ma di ricercare olii certificati.

 

CONCLUSIONI

Il nostro intento, in due parole, è di chiarire che i prodotti contenenti olio di palma non fanno male di per se, ma che, come per ogni alimento è necessaria moderazione, poiché in dosi eccessive potrebbero far male.

Siamo quindi fiduciosi che i nostri consumatori non priveranno i propri figli di una gioiosa Montebovi a colazione, o un California come spuntino, ma si impegneranno nel proporre loro una dieta sana ed equilibrata.

 

Fonti:

http://www.glamour.it/beauty-break/2015-06-24-13-00-lolio-di-palma-fa-davvero-cosi-male-non-meno-del-burro/?gclid=CjwKEAjwp-S6BRDj4Z7z2IWUhG8SJAAbqbF3oinVlvjOy0D8sMRf-PwOX9pvYMcxStyWra1NTR54_hoCMyrw_wcB

http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/olio-di-palma.html

http://www.donnamoderna.com/news/societa/olio-di-palma-fa-male-o-no-nocivo-salute?wt_mc=adwords.285764213.20371260293._inurl%3Anews.donnamoderna.&gclid=CjwKEAjwp-S6BRDj4Z7z2IWUhG8SJAAbqbF3YlhByCQ7pj8AWU6VpHiJRqIuA3_5vLvUtPEfHUL3sRoCiEjw_wcB

http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/05/08/tutta-verita-olio-di-palma/?gclid=CjwKEAjwp-S6BRDj4Z7z2IWUhG8SJAAbqbF3Oz1rGdXizfmWaUdwaIBXz-Tgxhr1tGVXVPqa4NGuoxoCTbvw_wcB

http://www.wired.it/scienza/medicina/2016/05/11/olio-di-palma-tumori-10-cose/

http://www.my-personaltrainer.it/Foto/Olio_di_palma/Olio_Palma_Societa_Ambiente.html

http://www.my-personaltrainer.it/Foto/Olio_di_palma/Olio_di_palma_deforestazione_effetto_serra.html

http://www.ilpost.it/2016/03/17/olio-di-palma/

http://www.oliodipalmasostenibile.it/olio-di-palma-ambiente/

Info

MONTEBOVI S.r.l.

Via del Pescaccio 30, 00166 Roma

Telefono : 06.659191

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